ACCADEMIA DEL GUSTO
LA SPEZIA 2006

 

Giovedi 20 Luglio, ore 20.30, PARCO DEL COLOMBAIO
20.000 metri di benessere alle spalle del campo sportivo A. Picco

LA CASINA ROSSA, colazioni, pranzi, cene e momenti di buon gusto. All'interno 100 posti e 150 all'esterno. 
Giorno di riposo Lunedì. 
Via dei Pioppi 1 - La Spezia Tel. 0187 712336 cell. 339 3083741
Dal 2001 la gestione della struttura è affidata a Marcello Castagna, un esperto di cucina, con grande passione per i vini. 

Cucina innovativa con piatti del territorio rivisitati con arguzia e intelligenza. Una cucina sostanziosa, non banale. Per la serata dell'Accademia del gusto, lo chef Luca Ferrari, che ha alle spalle solide esperienze fatte in Emilia e Romagna e in Francia, per poi rientrare attraverso Porto Venere, ci propone alcuni antipasti di mare, lavagnette gamberi e zafferano, tagliatelle alla rapa rossa con gli scampi, un fritto molto delicato di calamari con verdure di stagione, sorbetto alle fragole. La pasta è fatta in casa, garantita. 

In estate piatti più leggeri con grigliate di pesce, mentre nei mesi invernali si possono degustare pansotti di ricotta e spinaci, ravioli alla spezzina, filetti, tagliate, prosciutto al forno. Per le famiglie c'è la possibilità di andare a cena con i bambini. La tata è a disposizione in ludoteca. I bimbi cenano e giocano a 12 €. 


 

 

IL Colombaio, un piccolo fortino militare sulle alture di Pegazzano, ospitava i piccioni viaggiatori della Marina Militare. Oggi è asilo nido e parco giochi. Il Comune ha investito parecchio in questa struttura. Molte le famiglie che lo frequentano. Ci sono spazi verdi, vialetti, campi da gioco con istruttori. Il bar è sempre aperto. 

 

LA SPEZIA, 20 Luglio 2006

AL COLOMBAIO l'Accademia celebra i "piccioni viaggiatori"

Dopo la visita al fortino e una passeggiata al parco del Colombaio, Marcello Castagna, gestore del ristorante La Casina Rossa, ha servito l'aperitivo all'aperto. Per gli accademici è stata una bella esperienza. La conviviale si è svolta nel grande terrazzo che affaccia sul parco e sui campi sportivi. Il tema della serata era: Il Colombaio una storia da riscoprire. Conferenza a parte, l'attenzione degli accademici si è concentrata sui piatti da degustare. Interessante il menu consigliato dal titolare della "Casina Rossa" Marcello Castagna e gli abbinamenti dei prodotti fatti dello chef Luca Ferrari. In tavola sono stati serviti alcuni antipasti di mare, abbinati ai vini dei Colli di Luni, ed a seguire lavagnette gamberi e zafferano, tagliatelle alla rapa rossa con gli scampi, un fritto delicatissimo di calamari e verdurine di stagione e per finire sorbetto alle fragole. Il tutto innaffiato da ottimi vini scelti per l'occasione dal titolare, grande appassionato di vini, Marcello Castagna.
 

I PICCIONI VIAGGIATORI
INTRODUZIONE AL DIBATTITO


La conviviale è stata l'occasione per fare una riflessione sui piccioni viaggiatori che un tempo, proprio qui al Colobaio, venivano allevati e addestrati. Oggi il parco, oltre 20.000 mq, è una struttura polifunzionale con sala per bambini. parco giochi, impianti sportivi, pista ciclabile, ma fino al dopoguerra, nel fortino superprotetto, c'era una struttura gestita dall'esercito, che allevava e addestrava i piccioni viaggiatori. 

Gli accademici hanno degustato piatti a base di pesce, per non dare adito ad equivoci, hanno lanciato un appello alle autorità locali, per far rivivere, con pannelli illustrativi, quel particolare momento storico della città. Oggi i ragazzi sanno usare i computer e Internet, ma un tempo, prima di Marconi, le notizie, sia nei momenti tragici delle guerre, che in situazioni di pace, viaggiavano al collo dei piccioni viaggiatori. Uccelli intelligenti capaci di raggiungere la velocità di 60-70 km orari, superando persino lo sparviero e il falco e percorrendo fino a 800 km giornalieri. Un tempo remoto questi uccelli andavano in una sola direzione, verso il cibo, ma fu l'italiano Malagodi, partendo dal principio che l'uccello veniva irresistibilmente attratto verso i luoghi che potevano sia offrirgli abbondante nutrimento che soddisfazioni amorose, che pensò di suddividere il viaggio in due tempi. Nel luogo di residenza il piccione avrebbe trovato cibo, ma non le desiderate compagne che lo avrebbero invece atteso alla fine della seconda tappa. In tal modo i piccioni all'uopo addestrati furono finalmente in grado di coprire percorsi regolari fra due sedi diverse. Il dibattito è stat vivacizzato dagli interventi di Antonio Adamo, Rodolfo Ciarlanti, Lucia Solaro, Sandro Niccolai, Giancarlo Siciliani, Mariolina Sanfilippo, Andrea Vicini e Valter Taglieri. Si spera che l'appello venga raccolto dalle autorità interessate, in modo da far rivivere, in uno dei musei storici cittadini, il Colombaio. Basterebbero una serie di pannelli rievocativi, con foto e disegni, per stimolare visite guidate per i ragazzi.

 

INTRODUZIONE AL DIBATTITO
di FRANCO CAROZZA

Siamo al Colombaio e potevamo collegare questa nostra conviviale ai piccioni che sappiamo quanto sono buoni in cucina. Ma ci penseremo in futuro. Può essere una serata a tema, solo per estimatori. Ricordiamoci che alle partorienti si dava il brodo e la carne delicata di questo uccello. E' ottimo lesso, per sfruttare il brodo delicato, arrosto sulla brace con qualche strisciolina di pancetta e odori, e ripieno al forno. Oggi invece colleghiamo la nostra mente ai piccioni cittadini e quindi ci disgusta la sola idea di vederlo nel piatto.
Questa sera degusteremo invece piatti di mare, che credo sia più opportuno. L'occasione ci offre però una riflessione sul Colombaio e sul fortino, proprio sopra l'Arsenale, che qui aveva uno scopo diverso. Non era certo un allevamento a scopo mangereccio, ma per fini militari. Per decenni qui si sono allevati e addestrati i piccioni viaggiatori e contrariamente a quanto si può pensare la gestione di questa struttura era affidata all'esercito. E stasera, ricordando questo posto che è storico per la città, vorremmo lanciare un appello alle autorità cittadine affinché si possa recuperare la memoria dei piccioni viaggiatori. Non si hanno tracce neppure al Museo navale e questo non è certo positivo. In una sala del Museo navale o al Castello San Giorgio si potrebbero rivalutare le gesta di questi colombi che hanno avuto un ruolo sia in tempo di guerra che di pace nel nostro Golfo. Pannelli illustrativi potrebbero descrivere la loro storia, le rotte che seguivano e l'utilizzo che se ne è fatto, nelle spedizioni belliche ma anche negli eventi di protezione civile. 

ALLEGORIE

Il piccione lo colleghiamo sempre all'amore "tubano come due piccioncini" si dice, oppure all'Arca di Noè col ramoscello di olivo tra il becco, o ancora al significato allegorico nel Cristianesimo, come simbolo visibile della terza entità della SS Trinità, lo Spirito Santo. Nella mitologia greca il piccione era un animale sacro. Dante ne parla nel V canto dell'inferno, pur nel cerchio dei lussuriosi, in una bellissima similitudine: "quali colombe dal disio chiamate, con l'ali alzate e ferme, al dolce nido vegnon per l'aer dal voler portate" e l'altra del XXV canto del Paradiso "si comequando il colombo si pone presso al compagno, l'uno all'altro pande girando e mormorando, l'affezione ….." 


RIFERIMENTI STORICI
Riferimenti storici fanno risalire a TAUROSTENE l'invio della prima lettera al padre in Egina, per annunciare una sua vittoria alle olimpiadi. Non ci sono tanti elementi storici ma possiamo ricordare che i giochi olimpici risalgono ad Atene all'anno 776 a. C. I giochi olimpici moderni ripartirono nel 1896 grazie all'idea e all'impegno del conte Pierre de Coubertin. 
Torniamo ad Egina dove arrivò la prima lettera. E' una piccola isola nell'Egeo (85,4 kmq e oggi, credo, circa 20 mila abitanti). L'isola ha dato il nome al golfo. Tanto la città che il territorio è ricco di rovine di monumenti. Per citare una data storica possiamo dire che nel 1451 divenne territorio di Venezia.
I piccioni, come portatori di messaggi, venivano usati già dalle navi greche e egiziane, che li lanciavano per annunciare il prossimo arrivo in porto. Esempio poi seguito da Diocleziano che si avvaleva di un vero e proprio servizio organizzato di piccioni viaggiatori. Con la caduta dell'Impero Romano di occidente tale usanza parve scomparire dai paesi europei, ma rimase in pieno vigore in Oriente, dove i califfi di Bagdad venivano informati, tramite piccioni, quanto accadeva nelle più lontane province. Con i crociati tuttavia, l'uso di servirsi dei piccioni doveva ritornare in Europa per non allontanarsene più, in un lungo volgere di eventi, di pace e di guerra, fino ai giorni nostri. Questo genere di collegamenti si può dire fosse esclusivamente riservato alle necessità belliche, ma durante il periodo Napoleonico, il finanziere londinese Nathan Rotschild, danneggiato nelle sue vaste operazioni di borsa dal blocco navale e dai ritardi nelle comunicazioni, pensò appunto di servirsi dei piccioni per ottenere da ogni parte d'Europa notizie tempestive e utili. 
La fama dei favolosi guadagni realizzati dal Rotschild con tale sistema, incitò altri uomini d'affari a servirsene e nel 1840 il giornalista tedesco Reuter, fondatore dell'omonima agenzia di informazioni e precursore di tutte le moderne agenzie di stampa, organizzò un regolare servizio postale con piccioni fra Aquisgrana e Verviers, in sostituzione della interrotta linea telegrafica fra la Germania, la Francia e il Belgio. Veniva così in un certo senso rivoluzionato e modernizzato il sistema di reportage giornalistico, con un servizio che precorreva quelli usati nei decenni passati, radio, telefono, telescriventi, telefonini, videoscrittura, internet, guerre in diretta TV. 

L'EVOLUZIONE DEI PICCIONI

I piccioni viaggiatori un tempo andavano in una sola direzione ed ogni mutamento di rotta provocava la perdita dell'animale. Addestrato il piccione è in grado di superare in rapidità e resistenza perfino lo sparviero e il falco raggiungendo velocitàmedie di 60 - 70 km orari con una capacità di spostamento giornaliero pari a 800 km. Vola, evitando alte quote, a 120 metri di altezza, viaggia sempre di giorno e possibilmente non sulle montagne. Molte le teorie sul comportamento dei piccioni viaggiatori. Si è parlato di magnetismo terrestre e dello stato elettrico dell'atmosfera. Senza dubbio ha delle doti particolare nel seguire le rotte, ma fu l'italiano Malagodi, che partendo dal principio che l'uccello veniva irresistibilmente attratto verso i luoghi che potevano offrirgli un abbondante nutrimento e soddisfazioni amorose, pensò di suddividere il suo viaggio in due tempi. Nel luogo di residenza il piccione avrebbe trovato cibo in abbondanza ma non le desiderate compagne che lo avrebbero invece atteso alla fine della seconda tappa. In tal modo i piccioni all'uopo addestrati furono finalmente in grado di coprire percorsi regolari fra due sedi diverse. Alla vigilia del primo conflitto mondiale il servizio dei colombi viaggiatori era diventato in tutti i paesi un elemento di importanza strategica (nella sola Germania ne erano stati addestrati oltre un migliaio, affidati a militari appositamente istruiti) e prima che nuovi, formidabili mezzi venissero a contrastare loro le vie del cielo, essi rappresentarono in molti casi, un collegamento discreto e sicuro. La fine dalla guerra ha oscurato per sempre la poetica e gloriosa storia dei piccioni viaggiatori, sebbene non si sia ancora completamente rinunciato al loro allevamento e addestramento. Per questi motivi ci piacerebbe vedere realizzato, in qualche museo cittadino, un angolo di storia che ricordi questo animale, legato anche alla nostra città, intelligente, docile, discreto, che ha sempre servito l'uomo. 


LE SPECIE

Il piccione ha sempre fornito all'uomo ottimo cibo. Un cibo gratis tanto è vero che solo i nobili potevano utilizzare torri da destinare a colombiere. Il piccione è stato anche allevato come animale da cortile fin dall'antichità. Le prime notizie certe ce le da Aristotele nel 400 a. C. Seguirono altre informazioni ad opera di Plinio, Marrone, Catone e Colummella, tanto per citare alcuni. Fra le tante razze se ne conoscono oggi più di 400 tipi: bianchi, neri, blu, marroni, rosso cupo. Il più comune è quello che conosciamo come il "torraiolo". Tra i più antichi piccioni di allevamento si conosce invece il "barchetto" detto anche "trigonino" per la presenza di macchie scure triangolari su ciascuna delle penne alari. Ha le ali ampie e slanciate raggiungendo un'apertura di 63 cm (è lungo 35 cm, ma 10-12 cm sono di coda). Il periodo degli amori inizia a marzo, quando il maschio comincia a corteggiare la compagna, assumendo quei caratteristici atteggiamenti che hanno fatto elevare questi uccelli a simbolo dell'amore. Cominciano a tubare. Da questa danza amorosa esce unita la coppia, che si mantiene talvolta stabile per l'intera durata della vita. Il piccione cova 19 giorni. Nei piccioni d'allevamento la situazione è completamente diversa, perché il ciclo produttivo è controllato dall'allevatore. La femmina è in grado di realizzare in un anno fino a 10 covate deponendo un massimo di 18 uova e così fino al 10 anno di vita. I piccioncini nascono ciechi con una leggera lanugine. Per i primi dieci giorni vengono alimentati dai genitori col cosiddetto "latte", una sostanza giallastra ma sostanziosa. Poi cominciano lentamente a mangiare il cibo che i genitori hanno già ingurgitato per renderlo digeribile fino ad arrivare ad essere autonomi.

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