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ACCADEMIA
DEL GUSTO LA SPEZIA 2006 |
La Città da scoprire
LA
SPEZIA CITTA’ D’ARTE, COL “MARE IN TAVOLA”
La
Spezia è una città di mare ma è soprattutto una città d’arte. Per fare i
bagni infatti bisogna andare al largo, con la barca. Tutto il litorale è stato
occupato o usurpato dalla grande industria. Gli spezzini sono così felici che
quando vogliono prendere una boccata d’aria vanno al Molo o alla passeggiata
Morin. I dintorni però ce li invidiano tutti: abbiamo Lerici, Porto Venere,
l’isola Palmaria, le 5 Terre, la Riviera, Bocca di Magra, Marinella.
Stabilimenti balneari, scogli, alcune spiagge libere garantiscono una
balneazione di qualità. I turisti hanno però la gioia di poter gustare “il
mare in tavola”. In ogni ristorante c’è l’imbarazzo della scelta:
antipasti di mare, muscoli alla marinara, muscoli ripieni, polpo, spaghetti e
risotti allo scoglio, acciughe fritte e grigliate di crostacei.
Prima del pranzo consigliamo di visitare alcuni musei importanti. L’arte in questo caso ben predispone alla degustazione.
Arrivando
dal mare, sul viale Amendola c’è il Museo tecnico navale. Proseguendo verso
il centro città incontriamo in Piazza C. Battisti, il CAMeC, il Centro di Arte
Moderna e Contemporanea della Spezia. Altri 200 metri, in via Prione troviamo il
Museo Diocesano. Su questa stessa via, proseguendo in direzione monte e quindi
verso la Stazione, incontriamo in via Prione 234, il Museo Civico Amedeo Lia e
il Museo del Sigillo. A piedi salendo una scalinata si può raggiungere il
Castello di San Giorgio, in via XXVII Marzo, dove ha sede il Museo Civico
Archeologico. Dall’alto del Castello si può ammirare una veduta stupenda
della città.
Per
maggiori e dettagliate informazioni consultare i siti internet
www.comune.sp.it/citta/camec/camec.html
www.museodelcastello.spezianet.it
MUSEO NAVALE DELLA MARINA MILITARE DELLA SPEZIA
L’epigrafe
riportata su una lapide sistemata nell’atrio del Museo Navale sintetizza così
la storia di questa importante esposizione
I CIMELI
DELLA
REAL MARINA SABAUDA
RACCOLTA A VILLAFRANCA
NEL SECOLO XVIII
FORMARONO
IL PRIMO NUCLEO
DI QUESTO MUSEO
RISORTO A GENOVA NEL 1815
TRASFERITO
NEL 1870 ALLA SPEZIA
E COLLOCATO IN QUESTA SEDE
NEL 1923
La
sede del 1923 era ubicata in Arsenale, in prossimità dell’Officina
Congegnatori. In essa erano state sistemate anche le collezioni del sopporto
Museo Navale di Pola, modellini appartenuti a quello di Venezia, e raccolte di
armi da fuoco provenienti dai distaccamenti di San Vito e di San Bartolomeo (La
Spezia) nonché dell’Accademia Navale. Il Museo fu trasferito nella sede
attuale nel 1958. L’Ammiraglio Aldo Cippico, il prof: Luigi Monti e
l’Ammiraglio Benedetto Luchetti ne curarono la felice sistemazione,
l’ampliamento ed il riordino, con risultati brillanti sul piano estetico.
Il
Museo è aperto dal lunedì al sabato con orario continuato dalle ore 8 alle
18,45. La domenica dalle pre 8 alle 13. Chiuso l’1 e il 6 gennaio, Pasqua e
Lunedì di Pasqua, il 15 agosto, il 1 novembre, 8-24-25-26 -31 dicembre. Tel
0187-783016
La
visita al Museo propone, con grande precisione, la conoscenza di situazioni e di
ambienti d’epoca, con l’esposizione di modellini, carte geografiche,
fotografie e documenti che riescono a far “vivere” al visitatore la
successione degli avvenimenti della storia navale, dalle origini della
navigazione ai nostri giorni.
CAMeC
Il
nuovo Centro per l’arte moderna sorge dove un tempo c’era il vecchio
tribunale. Raccoglie opere provenienti dalle edizioni del Premio del
golfo a partire dal 1933, dalle donazioni Cozzani e Battolini. Il centro
è nato per la tutela e la valorizzazione di tali opere, nonché per
fare da volano propulsivo di eventi artistici contemporanei nella città
e nel territorio.
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MUSEO
DIOCESANO
Il Museo Diocesano della Spezia, fa parte di un ricco percorso mussale comprendente anche le sedi museali di Sarzana e Brugnato, costruendo un percorso assai articolato sul territorio. Infatti l’attuale diocesi della Spezia - Sarzana - Bugnato, erede dell’antica diocesi lunense, ingloba le antiche diocesi di Luni-Sarzana e di Bugnato, mentre la diocesi della Spezia, di origine più recente, fu fondata nel 1929. Pertanto per la Spezia si può parlare di una vera e propria rete mussale diocesana, rispettosa delle complesse caratteristiche territoriali e delle diversificate tradizioni devozionali. La sede spezzina è ospitata nell’antico Oratorio di S. Bernardino, già sede dell’omonima confraternita e posto nel centro storico spezzino, vicino ad altri musei cittadini. L’allestimento delle sale si apre con la ricostruzione storica dei luoghi attraverso l’utilizzo di pannelli e l’esposizione di oggetti d’arte. La città della Spezia è stata fortemente condizionata nel suo assetto urbano dalla costruzione dell’Arsenale militare nel XIX secolo che ha cambiato radicalmente la fisionomia urbana, inglobando anche antiche chiese e conventi cittadini. Pertanto il museo vuole offrire un percorso sui fili della memoria cercando di ricostruire il tessuto storico-religioso del territorio attraverso documenti ed opere provenienti da edifici, religiosi e non, tuttora esistenti o scomparsi. La rilettura dell’antico oratorio di S. Bernardino. Edificio che ospita il museo, permette di ricostruire la storia urbana e i momenti salienti del cristianesimo sul territorio. |
MUSEO AMEDEO LIA
Il
Museo Amedeo Lia è stato istituito nel 1995 e inaugurato nel dicembre
1996, grazie all’importante donazione di opere d’arte di Amedeo Lia
e della sua famiglia. Comprende dipinti databili dal XIII al XVIII
secolo, miniature italiane e straniere dal XIII al XVI secolo, sculture
e oggetti antichi, medievali e moderni. Tra questi spiccano i nuclei
delle croci professionali, dei vetri e dei cristalli di rocca, degli
smalti di Limoges, degli avori gotici e l’amplissima sezione dei
bronzi. Tra le tante opere significative segnaliamo: Scultore umbro,
Madonna col bambino (metà del XIII secolo), Cristoforo Cortese,
la Crocifissione (prima metà del XV secolo), Giampietrino, Madonna col
Bambino (prima metà del XVI secolo), Lippo di Benivieni, Compianto di
Cristo (fine del XIII secolo), Pietro Lorenzetti, San Giovanni
Evangelista (prima metà del XIV secolo), Paolo di Giovanni Fei,
Annunciazione (inizi del XV secolo), Tiziano, Ritratto di gentiluomo
(inizi del XVI secolo), Pontormo, autoritratto (prima metà del XVI
secolo), Ferdinando Tacca, cavallo (metà del XVII secolo), Francesco
Laurana, testa (seconda metà del XV secolo), Cristoforo Munari,
natura morta con frutta, porcellane e strumenti musicali (inizi del
XVIII secolo), Benedetto da Maiano, Addolorata (fine del XV secolo)
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MUSEO
ARCHEOLOGICO
DEL CASTELLO SAN GIORGIO
Il
Castello di San Giorgio risulta a tutt’oggi il monumento maggiormente
rappresentativo della vicenda storica della città della Spezia. Posta
su un piccolo rilievo chiamato il Poggio, dominante l’abitato di
formazione bassomedioevale, la fortezza ha conosciuto numerose fasi di
edificazione, documentate a partire perlomeno dalla seconda metà del
XIV secolo: è a questa data difatti che sono riconducibili le
fondamenta della torre oggi conservata solo nella porzione basamentale e
compresa nella parte superiore della struttura, le murature dotate di
feritoie per arcieri poste a settentrione, in direzione del giardino
esterno, ed il lembo di mura urbane superstite interrotto dallo
svolgimento di via XX settembre. Nelle sale si possono ammirare: la collezione archeologica extraterritoriale acquisita dal Museo Civico e raccolta dal geologo spezzino Giovanni Capellini, la sezione dedicata al territorio della Lunigiana con reperti di età neolitica, i reperti eneolitici della Grotta dei Colombi dell’Isola Palmaria, la raccolta delle statue stele, materiale dell’età del Bronzo e del Ferro, reperti di necropoli e delle tombe di Pegazzano, Ponzolo, Valdonica, Resceto e Limone Melara, testimonianze archeologiche provenienti dalle ville e scali di Bocca di magra e San Vito di Marola, elementi architettonici repubblicani e imperiali provenienti da Luni, l’antica Luna, colonia dedotta nel 177 a.C. durante gli ultimi sussulti delle guerre romano-liguri, materiale proveniente dalla collezione privata di Carlo Fabbricotti e del figlio Carlo Andrea, vasellame da cucina e da mensa in terracotta e testimonianze ultime della vita di Luni con frammenti marmorei provenienti dalla cattedrale e reperti databili all’alto Medioevo. |